Chirurgia Estetica Viso

Una valutazione d'insieme delle caratteristiche del viso, considerandone la fisionomia, i tessuti molli e il tipo di pelle, permette di capire quali miglioramenti e in che regione anatomica possono essere realizzati. Bisogna considerare che l'intervento chirurgico al volto deve rispettare l'equilibrio delle proporzioni e dei lineamenti caratteristici di quello specifico viso: l'obiettivo è quello di ringiovanire senza esagerare.

Il processo di invecchiamento del viso è il risultato combinato di diversi processi fisiologici e delle influenze ambientali. Molti fattori contribuiscono ai cambiamenti strutturali del volto con l'invecchiamento: la gravità, l'esposizione solare e la perdita e ridistribuzione del tessuto adiposo (atrofia del grasso).

Lifting del viso e del collo

E' il metodo più efficace per invertire gli effetti della gravità e dell'invecchiamento nella porzione inferiore del volto. Questa procedura solleva i tessuti molli delle guance riposizionandoli nella loro sede naturale ottenendo un profilo più giovane e definito.

Lifting del sopracciglio

Viene utilizzato per il ringiovanimento della fronte e delle aree adiacenti agli occhi creando un effetto rigenerante ed equilibrato.

Chirurgia delle palpebre

Gli occhi sono la componente estetica più importante del viso e per questo motivo gli interventi sulle palpebre rappresentano i modi più efficaci per ottenere un significativo miglioramento estetico con una chirurgia relativamente poco aggressiva. A seconda delle necessità è possibile rimuovere il tessuto in eccesso o migliorare la forma e il volume, utilizzando metodiche che rispettano e conservano la funzione della muscolatura palpebrale.

Trattamento delle depressioni e delle escavazioni del viso e delle palpebre

Il trasferimento di grasso, o innesto adiposo, viene utilizzato insieme al riposizionamento dei tessuti molli per ridare volume e tonicità ripristinando l'integrità strutturale al viso. L'utilizzo delle cellule adipose e soprattutto delle cellule staminali contenute nel grasso permette di ottenere contorni morbidi e giovanili.

Impianti facciali

Gli impianti aggiungono volume e ripristinano il profilo della struttura ossea cranio-facciale a livello del mento, degli zigomi e della mandibola. Sono utili in ambito estetico ma anche per correggere eventuali asimmetrie facciali.

Il lifting ai giorni nostri è una procedura altamente individualizzata che prevede il riposizionamento dei tessuti molli nella loro posizione originale senza tirare semplicemente la pelle sovrastante.

Tecniche

Sono state ideate numerose tecniche di ringiovanimento del viso e ogni approccio chirurgico ha i propri vantaggi. Tutte le tecniche comunemente accettate comportano la rimozione delle pelle in eccesso, ma si differenziano per l'approccio alle strutture più profonde dei tessuti molli.

  • Lifting solo cutaneo: è stata la prima forma di lifting chirurgico che prevedeva la sola rimozione della pelle in eccesso; questa tecnica non riposiziona i tessuti più profondi e spesso non riesce a ottenere significativi benefici a lungo termine.
  • Lifting dello SMAS (Superficial Muscolar Aponeurotic System): è un lifting a due strati, in cui la maggiore trazione verso l'alto viene fornita dallo SMAS (struttura profonda alla cute) con una minore ripercussione a livello della pelle, che in questo modo non viene stirata eccessivamente. Una procedura importante è il modellamento dello SMAS che viene personalizzato in base ai vettori di trazione identificati pre-operatoriamente.
  • MACS-lift (Minimal Access Cranial Suspension): è il mini-lifting con una cicatrice molto corta e nascosta nel cuoio capelluto. La procedura è meno invasiva ed è indicata per i pazienti con minori cedimenti muscolo-cutanei. Questo approccio si basa su un'incisione limitata, l'allestimento di un lembo cutaneo e l'uso di punti di sutura a borsa di tabacco per sollevare i tessuti più profondi.
Nella maggioranza dei pazienti che desiderano un ringiovanimento del viso e del collo a lungo termine trova indicazione il lifting dello SMAS che consente anche una migliore personalizzazione del risultato.

Le incisioni cutanee scendono dal cuoio capelluto nella regione delle tempie, si dirigono a contornare il margine anteriore del padiglione auricolare, curvano a circondare il lobulo dell'orecchio e proseguono verso l'alto nel solco retro-auricolare esaurendosi tra i capelli della regione della nuca.

I migliori candidati sono donne o uomini che inizino a presentare segni di cedimento del volto, ma che presentano ancora una certa elasticità della pelle e una struttura scheletrica forte e ben definita.
La maggior parte dei pazienti ha un'età compresa fra i 40 e i 60 anni, ma il lifting può essere eseguito anche più tardivamente.

Dopo l'intervento è consigliabile che il paziente trascorra alcuni giorni di riposo a casa. Le medicazioni e le bende potranno essere tolte dopo 1-2 giorni, mentre per i punti di sutura è previsto un tempo di attesa di circa 5-10 giorni, periodo variabile tuttavia a seconda delle zone interessate. Il paziente sarà in grado di tornare alle normali attività dopo 10-15 giorni dall'intervento. Tuttavia è consigliabile per qualche tempo l'uso di schermi solari per evitare il contatto diretto con i raggi del sole. Fra le potenziali complicanze del lifting cervico-facciale ritroviamo l'ematoma, l'infezione e la cattiva cicatrizzazione. Tali rischi aumentano nei soggetti fumatori, i quali sono tenuti ad astenersi o limitare fortemente il fumo nel periodo precedente l'intervento. Si raccomanda inoltre di evitare l'assunzione degli antinfiammatori perchè possono aumentare il rischio di sanguinamento in sala operatoria.

Risultati e loro durata

Il lifting facciale si accompagna in genere a un alto grado di soddisfazione del paziente, sempre che abbia considerato che i risultati non sono immediatamente visibili. Il risultato di un intervento di chirurgia plastica, oltre che dalle scelte e dall'operato del chirurgo, è determinato da un numero variabile di fattori, quali la quantità di grasso, l'elasticità e lo spessore della pelle, la quantità e la profondità delle rughe, la forma dello scheletro facciale e le influenze ormonali.
La durata del risultato è quindi individuale, in relazione a fattori costituzionali. E' inevitabile che col passare del tempo la pelle tenda a rilassarsi nuovamente; può essere in alcuni casi opportuno eseguire un intervento di ritocco a distanza di 5-10 anni. Anche senza ulteriori ritocchi a distanza di anni dall'intervento l'aspetto del volto sarà comunque migliore di quanto lo sarebbe se l'intervento non fosse stato eseguito.

È il metodo di scelta per il ringiovanimento del terzo superiore del volto. Si può rivitalizzare l'intera fronte, attenuare le rughe, ripristinare la posizione delle sopracciglia e sollevare la palpebra superiore rendendo lo sguardo più aperto e luminoso. L'intervento è eseguito spesso in associazione alla blefaroplastica superiore e inferiore. L'obiettivo è quello di rendere meno "vecchieggiante" l'aspetto della regione palpebrale e meno affaticata l'espressione degli occhi, senza cambiarne la forma.

Altri motivi per effettuare questo intervento possono essere per regolarizzare un sopracciglio congenitamente basso e pesante o per correggere un'asimmetria (a causa di condizioni quali la paralisi facciale in cui la mancanza della funzione muscolare si traduce in un cedimento asimmetrico dei tessuti molli).

Ringiovanimento della fronte

Viene personalizzato in base alle caratteristiche individuali. Solitamente un lifting di circa 1 cm è sufficiente per aprire lo sguardo e ripristinare la posizione delle sopracciglia dando un aspetto più giovanile naturalmente con variazioni da individuo a individuo.

Essendo la parte centrale della fronte anatomicamente più stabile e meno soggetta a una caduta gravitazionale l'intervento richiede il sollevamento della metà esterna della fronte a un'altezza leggermente superiore alla parte interna con un arco dolce nel mezzo.

Opzioni disponibili:

  1. Lifting temporaneo con la tossina botulinica
  2. Le iniezioni di tossina botulinica nei muscoli della fronte rilassano temporaneamente le fibre muscolari responsabili delle rughe orizzontali. Inoltre l'azione miorilassante delle iniezioni nella parte esterna del muscolo orbicolare (parte esterna della regione dell'occhio) comporterà un lieve aumento di altezza compensatorio della regione frontale di circa 3-4 mm. Molti pazienti trovano questi miglioramenti lievi e temporanei già sufficienti.

  3. Lifting frontale diretto
  4. Viene asportata la pelle in eccesso presente nella fronte per fornire un effetto liftante, ma è raramente utilizzato per scopi di ringiovanimento in quanto lascia una sottile cicatrice sull'attaccatura dei capelli. Questo trattamento è indicato occasionalmente per pazienti con paralisi facciale.

  5. Lifting frontale con accesso coronale
  6. E' il metodo tradizionale di lifting frontale attraverso un 'approccio aperto'. Accede alla fronte attraverso un'incisione al confine della linea di attaccatura del cuoio capelluto e consente il riposizionamento preciso di tutti i tessuti molli. Tuttavia poiché questa procedura provoca una cicatrice visibile oggi è stato in gran parte sostituito dal lifting frontale endoscopico.

  7. Lifting frontale endoscopico
  8. La tecnica endoscopica di lifting del sopracciglio è minimamente invasiva e produce un risultato più efficiente del lifting frontale con accesso coronale, con un tempo di recupero più veloce e senza cicatrici visibili. La procedura viene eseguita attraverso una serie di piccole incisioni situate dietro la linea di attaccatura dei cuoio capelluto utilizzando uno strumento con fibra ottica.

    I risultati di questa tecnica sono di lunga durata, esteticamente gradevoli, dall'aspetto naturale e senza alterazione della linea del capillizio. Per questo motivo è la procedura di scelta per la maggior parte dei pazienti che cercano il ringiovanimento frontale.
Risultati e loro durata

Il risultato estetico del lifting temporale è di norma assai soddisfacente sia per il sollevamento della parte laterale delle sopracciglia, che conferisce allo sguardo un aspetto aperto e disteso, sia per la correzione delle rugosità denominate "zampe di gallina". Col passare del tempo la pelle perde inevitabilmente la sua originaria elasticità, con un ritmo variabile da persona a persona.
La durata del risultato è di 3-5 anni o più, in relazione a fattori costituzionali.

La tecnica classica prevede una platismoplastica che ripristina e ridefinisce il contorno mandibolare trazionando i muscoli sottostanti (platisma) e riposizionando la pelle, eliminando le bande verticali platismatiche tipiche dell'invecchiamento cutaneo del collo.

Può essere eseguito come procedura isolata (lifting cervicale) o insieme al lifting del viso (lifting cervico-facciale).

Lifting cervicale

E' adatto a pazienti che vogliono migliorare solo il collo, in particolare soggetti giovani e uomini. Crea un angolo più acuto e definito tra la mandibola e il collo ed è spesso combinato con la rimozione del grasso superficiale (liposuzione) e/o il posizionamento di un impianto mentoniero per migliorare la proiezione la mandibola.

Le incisioni cutanee sono lungo il bordo auricolare anteriore, intorno al lobo auricolare, dietro l'orecchio e a volte nella piega sotto il mento.

Lifting cervico-facciale

Con lo stesso tipo di cicatrice si esegue un lifting facciale insieme a un lifting cervicale.

Tecniche

Diverse componenti del collo possono essere trattate per ottenere i risultati desiderati. Infatti nel collo si identificano diversi strati su cui è possibile intervenire: la pelle, il grasso superficiale, il grasso profondo (sub-platisma) e lo strato muscolare (platisma). Poiché vi sono ampie variazioni anatomiche tra gli individui, è necessario personalizzare l'intervento per ogni paziente impiegando procedure singole isolate o tecniche multiple.

  • asportazione del grasso (liposuzione/lipectomia): a seconda dell'entità si asporta il grasso superficiale e quello profondo mediante o liposuzione o lipectomia; è il trattamento del cosiddetto doppio mento;
  • regolazione muscolare: si crea un lembo muscolare di platisma che viene riposizionato verso l'alto nella sua sede naturale;
  • asportazione della pelle.

Con l'invecchiamento il viso comincia gradualmente a perdere volumi, processo noto come atrofia del grasso. Questo processo tende ad accelerare col passare del tempo e può portare a un aspetto malsano, affaticato e precocemente invecchiato. Il trasferimento o trapianto di grasso o innesto adiposo o lipofilling utilizza le cellule di grasso proprie per invertire questo effetto, fornendo sia sostegno strutturale ai tessuti molli sia il ripristino dei volumi facciali.

L'innesto adiposo va considerato come un riempitivo ideale: è autologo e completamente biocompatibile, nella maggior parte dei pazienti è disponibile in quantità sufficienti, s'integra naturalmente nel sito ricevente, può essere rimosso se necessario ed è potenzialmente permanente.

Per questi motivi è una procedura che nell'ultimo decennio è diventata sempre più popolare e utilizzata in chirurgia plastica a fini ricostruttivi ed estetici come procedura primaria o in aggiunta ad altre procedure. Oggi sono a disposizione diverse tecniche ben definite per il trapianto autologo di grasso, anche se non vi è consenso su quale metodo offra i migliori risultati in termini di vitalità e volume a lungo termine.

La procedura prevede il trasferimento delle cellule adipose (adipociti) in aree con atrofia. Il tessuto adiposo è raccolto dalla regione addominale inferiore (sotto l'ombelico), da quella trocanterica (anca) o mediale del ginocchio (interno coscia) e successivamente trasferito in siringhe di piccole dimensioni. Il grasso così ottenuto viene trattato per raccogliere le cellule vitali che poi vengono trapiantate in strati sottili nelle aree da trattare. Il lipofilling nel volto è particolarmente efficace per ripristinare i volumi delle guance come riempitivo per le classiche rughe naso-labiali e per le occhiaie.

Il trasferimento del grasso ha molte applicazioni oltre a quella descritta. E'anche utilizzato in tutto il corpo per migliorare le caratteristiche cutanee soprattutto in sede di cicatrici da traumi/acne, depressioni superficiali, danni accidentali/ustioni e alcune condizioni congenite.

Recentemente è stato utilizzato anche per il miglioramento della texture e del trofismo cutaneo del dorso delle mani, altra sede classica dove l'invecchiamento cutaneo comporta l'atrofia del grasso.

Il lipofilling ha anche un certo numero di vantaggi fisiologici:

  • non vi è alcun rischio di rigetto o di reazione allergica;
  • il grasso innestato contribuisce al processo di guarigione e migliora le condizioni della pelle sovrastante, proprietà che sono attribuite alle cellule staminali presenti nell'innesto
  • gli effetti dell'innesto di grasso possono durare per molti anni, anche se la procedura deve essere ripetuta nel tempo.
Una delle limitazioni più importanti è la non possibilità di prevedere quante di queste cellule sopravvivano perché la misura è determinata da fattori genetici nonché dalle caratteristiche intrinseche del tessuto in cui viene trapiantato (di solito un tasso del 20-60% di sopravvivenza)

È opinione comune che per ottenere i migliori risultati possibili, evitando un eccessivo riempimento e quindi un mancato attecchimento, sia indicato suddividere il trattamento in più sedute a distanza di 3-6 mesi l'una dall'altra.

Gli occhi sono la componente estetica e funzionale più importante del viso. Per questo motivo gli interventi sulle palpebre sono tra i modi più efficaci per dare al viso un aspetto più fresco e più luminoso con un intervento chirurgico relativamente leggero. Le moderne tecniche di blefaroplastica rispettano la funzione nobile oculare e lasciano cicatrici praticamente invisibili.

La maggior parte dei problemi palpebrali sono legati alla presenza di borse sotto gli occhi e un eccesso di pelle che pesa soprattutto sulla palpebra superiore. Questo spesso è il risultato di un'elasticità ridotta della cute palpebrale e dei tessuti periorbitali che fa parte del naturale processo di invecchiamento. Inoltre col passare del tempo il viso perde volume (atrofia del grasso) anche intorno alla regione oculare, che può ulteriormente peggiorare questi cambiamenti legati all'età.

Terminologia

Blefaroplastica: chirurgia dei tessuti palpebrali;

Chirurgia oculoplastica: insieme di procedure chirurgiche funzionali e cosmetiche che riguardano gli occhi, le palpebre e le strutture circostanti;

Chirurgia periorbitale: chirurgia dell'orbita e della zona periorbitale che riguarda tutti i tessuti del viso che circondano gli occhi e le palpebre, quindi il sopracciglio e la guancia.

Chirurgia delle palpebre superiori

Ha come obiettivo quello di ringiovanire lo sguardo, eliminando la cute/muscolatura palpebrale in eccesso e redistribuendo il grasso più profondo. La blefaroplastica superiore può essere eseguita per motivi puramente estetici o per migliorare la vista in quelle situazioni in cui l'eccesso cutaneo provoca una diminuzione del campo visivo. L'intervento si propone di ricreare uno sguardo fresco, luminoso e giovanile.

Vi è una vasta serie di tecniche chirurgiche eseguibili in anestesia locale, sedazione o anestesia generale. Le incisioni sono alloggiate nel solco palpebrale superiore: le cicatrici residue hanno un'evoluzione rapida e nella maggior parte dei casi sono poco visibili nel giro di breve tempo.

Le palpebre sono tra le strutture più delicate del viso: sono composte da sottili strati di tessuto sottocutaneo e da uno strato ancor più sottile di pelle (la cute palpebrale ha uno spessore inferiore al mm, con scarso grasso sottocutaneo). Questa relativa assenza di uno strato di grasso predispone alla lassità cutanea caratteristica che appare col trascorrere dell'età.

La blefaroplastica superiore inoltre può essere associata alla chirurgia delle palpebre inferiori, al lifting fronto-sopraccigliare e al lipofilling del volto.

Chirurgia delle palpebre inferiore

Le palpebre inferiori possono andare incontro con l'invecchiamento a una lassità cutanea con perdita del tono muscolare, accumulo di grasso che può causare rigonfiamenti sotto gli occhi (borse palpebrali) e quindi la formazione di occhiaie. La chirurgia (nota come blefaroplastica inferiore) aiuta a ringiovanire le palpebre inferiori redistribuendo o rimuovendo il grasso in eccesso e, se indicato, rafforzando il cedimento fisiologico dei tessuti. Il risultato prevede un'attenuazione delle rughe, una pelle più riposata e una funzione palpebrale migliorata.

La palpebra inferiore con le relative strutture (muscolo, piatto tarsale, canto) è tra le più belle e più complesse strutture della faccia. Ha la funzione di proteggere l'occhio mantenendone l'umidità e la vitalità.

Anche in questo caso vi è una vasta gamma di possibili tecniche eseguibili in anestesia locale, sedazione o anestesia generale. Le incisioni sono poste sia sotto la linea delle ciglia, fornendo una buona cicatrice poco visibile, sia all'interno lungo la congiuntiva (accesso transcongiuntivale) con conseguente totale invisibilità della cicatrice stessa.

La strategia ottimale prevede di risparmiare o redistribuire il tessuto piuttosto che rimuoverlo, mantenendo quindi la pienezza della regione orbitale e periorbitale. Nei casi di eccesso cutaneo particolarmente importante è utile rimuovere il necessario ponderando bene la scelta per non incorrere in un ectropion post-chirurgico (eversione del bordo palpebrale verso l'esterno distaccandosi dalla congiuntiva) dato dalla trazione cicatriziale verso il basso della palpebra operata.

La cantopessi rappresenta un elemento importante per la buona riuscita di una blefaroplastica inferiore. E' una manovra utile per sospendere la palpebra inferiore, alzandola lateralmente, in quei casi in cui questa è lassa o poco tonica. La cantopessi laterale si effettua in vari modi, risospendendo o plicando il legamento laterale del canto o il muscolo orbicolare. Scopo della manovra è evitare l'insorgenza di "ectropion" postoperatorio migliorando la forma dell'occhio e la tensione della palpebra inferiore, riducendo la quantità di grasso da rimuovere e ammorbidendo il confine tra la palpebra e la guancia.

Viene in genere eseguita per correggere le orecchie a sventola (o orecchie prominenti). Il problema è spesso legato a un'ipertrofia della cartilagine della conca con associata un'assenza della piega normale dell'antelice. In entrambi i casi la correzione avviene con un modellamento della cartilagine in una forma nuova e più desiderabile.

Le cicatrici sono posizionate dietro l'orecchio e quindi sono destinate a essere poco visibili.

Se il problema viene riconosciuto subito dopo la nascita di solito è sufficiente trattare il neonato con bendaggi fatti ad hoc. Tuttavia, dopo 6 mesi la cartilagine sarà più rigida e la correzione chirurgica rimane l'unica opzione. La maggior parte delle otoplastiche sono eseguite in età compresa tra 8-30 anni, ma non c'è un limite effettivo per la chirurgia.

La rinoplastica è un intervento chirurgico il cui proposito è quello di migliorare l'aspetto estetico del naso e quindi del volto. Il miglioramento si ottiene mediante la riduzione e il rimodellamento dello scheletro cartilagineo e osseo. Il grado di miglioramento varia da individuo a individuo ed è influenzato dalla qualità della cute e dalle dimensioni dello scheletro sottostante.

La rinoplastica estetica è un intervento che si esegue in sala operatoria in anestesia generale.

Le incisioni sono praticate all'interno del naso. La cute viene mobilizzata dallo scheletro sottostante; la gobba, se presente, viene rimossa e le ossa nasali vengono fratturate alla base per poter essere avvicinate in modo da ricostruire il dorso del naso; vengono poi isolate le cartilagini del setto e quelle laterali in modo da ridurle quanto necessario per ottenere il rimodellamento della punta. La medicazione si esegue con tamponi in entrambe le narici e con l'applicazione di un gesso sul dorso per immobilizzare le ossa. A volte può essere necessario associare all'intervento di rinoplastica estetica la correzione del setto nasale deviato, che viene eseguito attraverso le stesse incisioni praticate per la correzione cosmetica del naso.

Lo scheletro facciale è il fattore determinante della forma tridimensionale del volto di una persona; le ossa facciali determinano se una faccia è larga, stretta, lunga, angolata o rotonda mentre i tessuti molli del viso, seguendo le prominenze e le cavità del massiccio facciale, fungono da riempitivo/volume.

Gli impianti facciali sono utilizzati per bilanciare i contorni del viso e per aumentare le aree di tessuto scarsamente definite; rappresentano una soluzione sicura ed efficace per migliorare le proporzioni del viso. Le protesi per il mento e la guancia sono le più frequentemente impiegate, ma ci sono diverse altre opzioni

L'equilibrio estetico del viso Le ossa malari prominenti (zigomi alti) sono associati a giovinezza e attrattività nella maggior parte delle culture. Inoltre forniscono il supporto strutturale ai tessuti sovrastanti, riducono la formazione di borse palpebrali e contrastano la discesa gravitazionale dei tessuti molli della guancia. Alcuni individui mantengono un aspetto giovane nonostante l'invecchiamento proprio perché hanno gli zigomi alti.

Il mento è il limite estetico più importante della porzione inferiore della faccia, che insieme con il naso determina l'equilibrio del profilo facciale. In entrambi i sessi un mento prominente contrasta l'invecchiamento dei tessuti molli del viso nella parte inferiore del viso e del collo, rafforzando il profilo mandibolare e prevenendo la ptosi dei tessuti molli.

Ai fini del miglioramento dei contorni facciali l'uso di protesi anatomiche rappresenta una modalità sicura con cui l'aumento di proiezione ossea si ripercuote automaticamente e immediatamente attraverso i muscoli, il tessuto connettivo, il grasso e la pelle. Al contrario il trasferimento di grasso (lipofilling) ripristina pienezza e volume all'interno dei tessuti molli. In questo modo entrambi i metodi forniscono un buon rimodellamento del viso in superficie. La principale differenza è che gli impianti facciali danno un miglioramento relativamente statico e con una definizione ben precisa mentre il trapianto di grasso fornisce un miglioramento dei tessuti molli più morbido e flessibile. I due metodi di rimodellamento facciale comunque possono essere complementari e alcuni pazienti preferiscono una combinazione di entrambi.

Tecniche

Le protesi possono essere posizionate sia attraverso un accesso intra-orale (attraverso la bocca) o trans-cutaneo (attraverso la pelle). In generale un'incisione intra-orale è preferibile in quanto non lascia cicatrici visibili. Gli impianti sono posizionati all'interno di una piccola cavità sopra l'osso (posizionamento periostale), ed entro 2 settimane si avrà un'integrazione che ne stabilizza la posizione.

Il gold standard oggi per gli impianti facciali comprende una serie di materiali alloplastici (non biologici) a elevata biocompatibilità come il silicone, ePTFE (Gore-Tex®) o polietilene ad alta densità porosa (Medpor®).

Per interventi chirurgici di tipo estetico si utilizzano protesi di silicone e gli impianti di solito non devono essere fissati all'osso mandibolare ma è sufficientemente posizionarli in modo corretto.

Per interventi di chirurgia ricostruttiva si predilige l'impianto ad alta densità di polietilene e la fissazione alla mandibola è di solito necessaria. Una vite di fissaggio (viti in titanio di piccole dimensioni) assicurerà la stabilità immediata.

Mentoplastica

È un intervento relativamente semplice, associato a un alto grado di soddisfazione del paziente e dà una rapida guarigione. Il mezzo più semplice e più affidabile per la valutazione della proiezione del mento è tracciare una linea osservando una foto digitale che raffiguri il profilo facciale: questo aiuta il riconoscimento delle proporzioni, determina la posizione ideale del mento e il punto di equilibrio ottimale. Se il mento cade dietro questa linea, generalmente significa che c'è microgenia (mento sfuggente) in direzione orizzontale e può essere corretto con l'avanzamento del mento (genioplastica) o col posizionamento di un impianto.

Fornendo un sostegno strutturale ai tessuti molli sovrastanti l'impianto contrasta i cambiamenti gravitazionali, ripristina il volume e fornisce inoltre una 'spinta in avanti' a tutti i tessuti molli della mandibola, tra cui il platisma (muscolo superficiale del collo), in modo tale che il profilo del collo diventi meglio definito.

Gli uomini in genere hanno un mento che ha due punti di riflessione della luce e un aspetto più squadrato mentre le donne hanno il mento che ha un unico punto luce. Nel complesso, gli uomini hanno una faccia più larga inferiormente rispetto alle donne e il mento può essere più proiettato. Il tipo di impianto è strettamente individuale e viene scelto su misura per il paziente

Gli impianti sono disponibili in diverse forme adatte sia per i maschi che per le femmine per soddisfare una vasta gamma di esigenze. Ogni forma è disponibile in diverse dimensioni a seconda della grandezza dell'osso mandibolare. Le variabili includono lo spessore, l'altezza e il punto di proiezione massima. Tutti gli impianti possono essere ulteriormente modellati durante il posizionamento.

Ci sono anche protesi anatomiche che estendono la larghezza del mento rafforzando ulteriormente il profilo mandibolare e protesi che aumentano l'angolo della mandibola, ampliando la larghezza e la definizione del contorno mandibolare nella vista frontale.

Un altro tipo di richiesta è la rimozione della fossetta mentoniera. Essa è data da un difetto nei tessuti molli e come tale può persistere anche dopo il posizionamento di un impianto. Per la sua rimozione (per esempio nel ringiovanimento del mento femminile) è indicata l'iniezione di filler a base di acido ialuronico (correzione temporanea) o di grasso (correzione più stabile nel tempo ma sempre temporanea).

Malaroplastica

La funzione estetica delle protesi zigomatiche è di produrre una superficie liscia e un contorno naturale che a sua volta fornisce pienezza nel viso e riduce la ruga del solco nasolabiale. Inoltre, l'aumento dell'osso malare può migliorare o ripristinare le proporzioni del viso regolando il punto di massima proiezione degli zigomi (arco zigomatico). Le tre variabili da considerare per la malaroplastica sono: forma, volume e posizione dell'impianto offrendo opportunità di una personalizzazione completa.

Tutti i tessuti della faccia (ossa, tessuti molli e pelle) sono strettamente interconnessi, per cui i migliori risultati si ottengono spesso quando le procedure chirurgiche sono combinate in modo sinergico.

Per esempio, il miglioramento estetico del profilo di un volto con una correzione del naso (rinoplastica) trova benefici spesso da un aumento simultaneo del mento. Per i pazienti che si sottopongono a lifting cervico-facciale, l'aggiunta di un impianto mentoniero spesso migliora significativamente i risultati e contribuisce a ridefinire sia la mandibola che il collo.

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